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Bancarotta fraudolenta per distrazione: quando si configura

Bancarotta fraudolenta per distrazione

Parliamo della bancarotta fraudolenta, art 216 Legge Fallimentare, e dei comportamenti illeciti che racchiude il reato

L’imprenditore (o la società) che, dopo essere stato dichiarato fallito attraverso la sentenza dell’autorità giudiziaria, mette in atto comportamenti illeciti atti a trarre un vantaggio personale celando le proprie consistenze patrimoniali ai creditori, commette il reato di bancarotta. In base al tipo di manovra che viene compiuta e alle intenzioni con cui l’illecito viene commesso, la Legge distingue tra bancarotta semplice, commessa con colpa per negligenza o imprudenza, e bancarotta fraudolenta, compiuta con dolo. Quest’ultima, a sua volta, si divide in: bancarotta fraudolenta per distrazione (o patrimoniale), documentale e preferenziale.

Questa divisione si deve al diverso tipo di comportamento che viene messo in atto dall’imprenditore per sottrarre il suo patrimonio a tutti o solo ad alcuni dei creditori:

  • parliamo di bancarotta fraudolenta per distrazione o patrimoniale quando l’imprenditore distrugge, dissipa oppure occulta, in parte o totalmente, i suoi beni pur di non ripagare i debiti contratti con i creditori;
  • si parla di bancarotta fraudolenta documentale quando l’imprenditore distrugge, sottrae oppure falsifica i libri contabili al fine di non rendere possibile un accertamento della sua reale condizione economica;
  • si parla di bancarotta fraudolenta preferenziale quando l’imprenditore, violando la par condicio creditorum, decide di saldare i suoi debiti solo ad alcuni dei creditori.

La bancarotta fraudolenta per distrazione

Dice la norma:

“È punito con la reclusione da tre a dieci anni, se è dichiarato fallito, l’imprenditore, che:

  1. ha distratto, occultato, dissimulato, distrutto o dissipato in tutto o in parte i suoi beni ovvero, allo scopo di recare pregiudizio ai creditori”

In merito alla condotta, sempre messa in atto con precisa intenzione, possiamo distinguere diverse manovre illecite atte a negare le garanzie patrimoniali dei creditori:

  • la distrazione ossia l’atto di conferito ai propri beni una diversa destinazione rispetto a quella imposta dalla norma
  • l’occultamento ossia l’atto di nascondere e celare materialmente i propri beni
  • la dissimulazione ossia l’atto di convincere i creditori che il patrimonio appartenga a terze persone
  • la distruzione ossia l’atto di eliminare del tutto i propri averi pur di non pagare i propri debiti ai creditori
  • la dissipazione ossia l’atto volontario di sperperare i propri averi

Come viene punita la bancarotta fraudolenta per distrazione

La bancarotta fraudolenta per distrazione è un reato di mero pericolo, per configurare il reato, cioè, non occorre la prova della condotta dell’imprenditore ai danni dei creditori. Il soggetto attivo è l’imprenditore commerciale e l’elemento soggettivo è il dolo generico: per configurare la bancarotta patrimoniale, infatti, non è necessario il voler danneggiare i creditori o la conoscenza del proprio stato d’insolvenza, basta che ci sia la precisa volontà di utilizzare il proprio patrimonio economico in modo diverso dal dovuto, ossia ripagando i debiti contratti.

Il bene giuridico che si intende tutelare è l’interesse dei creditori, la procedibilità è d’ufficio e la pena prevista è la reclusione da 3 a 10 anni con alcune aggravanti:

  • quando il danno portato dalle manovre illecite dell’imprenditore è particolarmente grave, la pena viene aumenta fino alla metà;
  • quando, in vigenza di un divieto di Legge, l’imprenditore fa esercizio d‘impresa commerciale;
  • quando l’imprenditore ha commesso più fatti tra quelli previsti dalla norma.

Pur essendo la bancarotta fraudolenta per distrazione un reato proprio, ai sensi dell’articolo 223 della Legge Fallimentare, la stessa pena prevista per l’imprenditore vale anche per l’amministratore, i direttori generali, i sindaci e i liquidatori di società dichiarate fallite. La prescrizione scatta dopo 10 anni dalla sentenza.

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