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Bancarotta preferenziale: quali sono le sanzioni

Bancarotta preferenziale

Reato descritto nell’art. 216 Legge Fallimentare

Quando un’azienda non riesce più a pagare i debiti con tutti i propri creditori e si trova ad affrontare una grave situazione di insolvenza, si possono verificare alcuni illeciti penali, la bancarotta preferenziale è uno di questi.

Viene descritta nell’art. 216 della legge fallimentare, terzo comma: “È punito con la reclusione da uno a cinque anni il fallito, che, prima o durante la procedura fallimentare, a scopo di favorire, a danno dei creditori, taluno di essi, esegue pagamenti o simula titoli di prelazione”.

Di cosa si tratta

Per l’imprenditore pagare i propri creditori è un dovere. Nell’ordinamento giuridico italiano la bancarotta preferenziale è il reato commesso da chi, a seguito di un fallimento aziendale, volutamente, preferisce soddisfare alcuni creditori piuttosto che altri, violando così la par condicio creditorum (letteralmente parità di trattamento dei creditori).

Di fatto vengono sanzionati i comportamenti “di favore” indotti, ad esempio, da rapporti di amicizia con uno dei creditori, oppure dall’insistenza dei creditori più pressanti, che vengono pagati subito, a scapito di quelli più accomodanti.

Gli elementi della bancarotta preferenziale

Il bene giuridico protetto e tutelato della legge è la par condicio creditorum prevista dall’art. 2741. Il reato è procedibile d’ufficio e gli elementi che lo caratterizzano sono:

  • Il soggetto attivo: quando si tratta di bancarotta preferenziale è sempre l’imprenditore. Qualora i pagamenti preferenziali vengano effettuati da amministratori, direttori generali o liquidatori di società si parla di bancarotta preferenziale impropria. Il creditore che riceve i soldi che gli spettano non deve istigare il debitore a pagarlo prima, commettendo così reato, per evitare il concorso di colpa.
  • I soggetti passivi: ovvero i creditori concorsuali, cioè quelli con cui l’imprenditore ha dei debiti al momento della dichiarazione di fallimento. 
  • L’elemento soggettivo: il dolo specifico, cioè la volontà di avvantaggiare un creditore, provocando dei danni agli altri. Se il pagamento viene effettuato per uno scopo diverso dal favorire il creditore, per esempio, nel caso in cui l’imprenditore ritenga possibile risanare l’impresa, non sussiste reato.
  • L’elemento oggettivo: il reato si verifica quando l’imprenditore effettua pagamento o simula titoli di prelazione a favore di uno dei creditori e a danno di altri. Qualora non si verifichi danno per gli altri creditori non sussiste reato.

La distinzione principale da effettuare all’interno della bancarotta preferenziale è tra bancarotta semplice (compiuta per negligenza e imprudenza) e bancarotta fraudolenta (compiuta con la volontà di commettere reato) in base alla gravità degli atti e dei fatti commessi.

Bancarotta semplice

Prevede la pena della reclusione da 6 mesi a 2 anni, la condanna porta l’inabilitazione all’esercizio d’impresa commerciale e all’esercitare uffici direttivi presso qualsiasi altra impresa, per un periodo massimo di 2 anni. Risponde di questo reato l’imprenditore che:

  • ha effettuato spese di carattere personale o familiare eccessive rispetto alla sua condizione economica;
  • ha compiuto operazioni di grave imprudenza per ritardare il fallimento;
  • ha aggravato il proprio dissesto, astenendosi dal richiedere la dichiarazione del proprio fallimento;
  • ha impiegato larga parte del proprio patrimonio in operazioni puramente aleatorie;
  • ha tenuto, durante i tre anni antecedenti alla dichiarazione di fallimento, i libri contabili in maniera irregolare.

Bancarotta fraudolenta

Viene punita con la pena della reclusione da 3 a 10 anni per l’imprenditore che:

  • ha occultato, distrutto o dissipato tutto o parte dei suoi beni allo scopo di recare danno ai suoi creditori;
  • ha riconosciuto passività inesistenti;
  • ha distrutto o falsificato i libri contabili prima del fallimento per procurare profitto per sé o danno ai creditori.

Viene, infine, punito con la reclusione da 1 a 5 anni chi, prima o durante la procedura fallimentare, ha eseguito pagamenti o simulato titoli di prelazione, con il preciso scopo di favorire alcuni creditori a danno di altri. Anche in questo caso, la pena comporta l’inabilitazione dall’esercizio di una impresa commerciale e l’incapacità di esercitare uffici direttivi presso qualsiasi impresa per 10 anni.

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I diversi casi in cui è previsto il reato di bancarotta preferenziale possono confondere, per riuscire a chiarirsi le idee meglio affidarsi ad un professionista in grado di guidarci ed eventualmente difenderci nel migliore dei modi.

Se vuoi saperne di più e pensi di avere bisogno di una consulenza, puoi contattarci. L’Avvocato Lorenzo Magnarelli, studioso di Diritto Penale e del Diritto Processuale Penale, crede nell’importanza di instaurare sempre un rapporto diretto e di fiducia con i suoi clienti per poterli assistere e difendere al meglio.