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Omessa dichiarazione dei redditi: di cosa si tratta

omessa dichiarazione dei redditi

Vediamo l’importanza della corretta dichiarazione dei redditi e quando si considera omessa

Reato previsto dal d.lgs. n. 74/2000, l’omessa dichiarazione dei redditi si configura quando il contribuente non presenta al fisco le dovute dichiarazioni, indicando volontariamente i redditi percepiti nel periodo di imposta, al fine di non far determinare la relativa tassazione.

L’omissione di dichiarazione riguarda sia le imposte dirette (IRPEF, IRES, IRAP) che le imposte indirette come l’IVA ed è un reato proprio, ovvero solo un contribuente che sia obbligato a presentare una delle dichiarazioni annuali lo può porre in essere.

Quando avviene l’omessa dichiarazione dei redditi

Il reato di omessa dichiarazione dei redditi si configura quando:

  • la dichiarazione viene presentata con un ritardo superiore a 90 giorni dalla scadenza del termine: in questo caso la dichiarazione è omessa, ma costituisce titolo per la riscossione dell’imposta in base agli imponibili indicati;
  • la dichiarazione non viene sottoscritta: in questo caso la dichiarazione è nulla e non costituisce titolo per la riscossione delle imposte relative agli imponibili indicati;
  • la dichiarazione viene redatta su modelli stampati non conformi a quelli ministeriali: in questo caso la dichiarazione è nulla e non costituisce titolo per la riscossione delle imposte relative agli imponibili indicati.

Nei casi di omessa presentazione della dichiarazione il D.Lgs. n. 471/97 prevede l’applicazione di una sanzione amministrativa, una multa piuttosto onerosa che va dal 120% al 240% delle imposte dovute. Per incentivare i pagamenti e ridurre i contenziosi tributari, l’Agenzia delle Entrate ha comunicato che il contribuente che trasmette la dichiarazione dopo i 90 giorni dalla scadenza può beneficiare di sanzioni in misura fissa, ad esempio, se la dichiarazione dei redditi viene presentata entro il termine per l’invio di quella per l’anno successivo, la sanzione viene dimezzata.

La pena e la prescrizione

I beni giuridici tutelati sono due: la trasparenza fiscale e l’interesse patrimoniale ed economico dell’Erario. La sola offesa alla trasparenza fiscale, però, pur essendo già un’omissione di dichiarazione, non determina il reato.

L’omessa dichiarazione dei redditi diventa reato al superamento di determinate soglie di omissione con l’intento di tutelare l’interesse patrimoniale dell’Erario e l’intera percezione dei tributi. È punito con la reclusione chiunque non presenti la dichiarazione dei redditi, quando l’ammontare delle ritenute non versate è superiore ad euro 50.000. Sotto questa soglia, per l’evasore non ci sono conseguenze penali.

La pena è la reclusione da un minimo di un anno e sei mesi al massimo di quattro anni ed è prevista per chi:

  • evade le imposte sui redditi o Iva e non presenta le dichiarazioni relative per imposte evase superiori a 50.000 Euro;
  • per chi non presenta la dichiarazione di sostituto d’imposta (modello 770), quando la somma evasa supera i 50.000 Euro.

La procedibilità è d’ufficio, il reato si prescrive in 8 anni e il tempo decorre dal momento di consumazione del reato ovvero con lo scadere dei 90 giorni ulteriori concessi al contribuente per inviare la dichiarazione, se questi non l’ha presentata nel termine ordinario.

Il reato si estingue decorsi 10 anni in caso di atti di interruzione della prescrizione come:

  • in caso di sentenza di condanna, misure cautelari personali, interrogatorio reso davanti al pubblico ministero o al giudice (casi previsti dall’art 160 c.p.);
  • in caso di verbale di constatazione delle violazioni redatto dalla polizia giudiziaria e dall’atto di accertamento delle violazioni inviato dal fisco (art. 17 D.lgs. 74 2000);
  • all’atto di accertamento delle relative violazioni.

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