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Reato di estorsione: piccola guida

Reato di Estorsione

Vediamo l’articolo 629 codice penale normativa

L’articolo 629 disciplina il reato di estorsione, delitto contro il patrimonio con il quale il reo ottiene un ingiusto guadagno per sé, a danno della vittima, costringendola a fare o non fare qualcosa.

“Chiunque mediante violenza o minaccia, costringendo taluno a fare o ad omettere qualche cosa, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, è punito con la reclusione da cinque a dieci anni e con la multa da € 1.000 a € 4.000.

La pena è della reclusione da sette a venti anni e della multa da € 5.000 a € 15.000, se concorre taluna delle circostanze indicate nell’ultimo capoverso dell’articolo precedente.”

Cos’è il reato di estorsione

Si tratta di un reato comune, ovvero può essere commesso da chiunque, ma se viene commesso da un pubblico ufficiale o da un incaricato di un publico servizio e c’è abuso di potere, integra il reato di concussione articolo 317 del Codice Penale. Pur essendo classificato come delitto contro il patrimonio, si tratta di un reato plurioffensivo poiché non solo lede il patrimonio economico della vittima, ma anche la sua libertà di autodeterminazione. 

Il concetto di profitto di cui parla la norma può essere, infatti, sia di natura economica con atti di disposizione patrimoniali positivi (donare una somma di denaro) o negativi (rimettere un debito), che portare vantaggi di altra natura. Il danno deve, invece, avere natura patrimoniale.

L’elemento soggettivo è il dolo generico ovvero la volontà di attuare una condotta illegittima per ottenere una costrizione. La condotta deve necessariamente essere attuata con violenza o minaccia, costringendo qualcuno a commettere determinati comportamenti omissivi o attivi, procurando per sé un ingiusto profitto e arrecando un danno alla vittima. 

Violenza e minaccia

Tra la violenza o la minaccia e la costrizione della vittima deve esserci un rapporto strumentale ed eziologico: le prime devono essere, cioè, lo strumento con cui si attua la seconda e, al contempo, la costrizione deve essere causata da violenza o minaccia. Qualora la costrizione avvenga senza le prime due, non si può parlare del reato di estorsione.

  • Violenza: non deve coartare totalmente la volontà della vittima, lasciandole quindi un minimo di margine di autodeterminazione. In caso contrario si attuerebbe il reato di rapina (ex articolo 628 del Codice Penale).
  • Minaccia: consiste nel prospettare alla vittima un male ingiusto e notevole. Può essere posta in modo esplicito o implicito, deve comunque riuscire a coartare la volontà del soggetto passivo. La minaccia può consistere anche in un comportamento omissivo, come nel caso in cui venga prospettato il mancato impedimento di un male che, invece, il soggetto attivo avrebbe l’obbligo di impedire.

Il reato di estorsione si caratterizza per un quadruplice evento

La condotta del soggetto attivo deve, progressivamente, produrre quattro eventi:

  • la coazione psichica: il condizionamento della volontà della vittima in seguito alla violenza o alla minaccia, tenendo conto del parametro della normale impressionabilità; 
  • il compimento dell’atto di disposizione patrimoniale: imporre di dare, fare o non fare qualcosa che ha come oggetto un elemento del patrimonio;
  • la produzione di un danno altrui, causato dalla disposizione patrimoniale;
  • la realizzazione di un ingiusto profitto per il soggetto attivo.

La pena

La pena per il reato di estorsione è la reclusione da 5 a 10 anni e la multa da € 1000 a € 4000. In caso ricorrano le circostanze aggravanti previste dal reato di rapina, la reclusione passa da 7 a 20 anni e la multa da € 5000 a € 15000. La aggravanti sono:

  • se la violenza o la minaccia sono poste in essere con l’uso di armi, da persona travisata o da più persone riunite;
  • se la violenza induce qualcuno in stato di incapacità di volere o di agire;
  • se la violenza o la minaccia sono poste in essere da soggetto appartenente ad un’associazione mafiosa;
  • se il fatto è commesso nell’abitazione o in luoghi tali da ostacolare la pubblica o privata difesa, o all’interno di un mezzo di trasporto pubblico;
  • se il fatto è commesso nei confronti di chi sta fruendo o ha appena fruito dei servizi di banche, uffici postali o sportelli automatici per il prelievo di denaro;
  • se il fatto è commesso contro un soggetto ultrasessantacinquenne.

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