L’omessa dichiarazione rappresenta una grave violazione degli obblighi tributari previsti dall’ordinamento giuridico italiano. Si verifica quando un soggetto obbligato non presenta, entro i termini di legge, la dichiarazione dei redditi, dell’IVA o dell’IRAP. Le sanzioni per omessa dichiarazione sono in ambito amministrativo e nei casi più gravi in sede penale.
L’omessa dichiarazione è disciplinata dal Decreto Legislativo 18 dicembre 1997, n. 471, che stabilisce le sanzioni amministrative, e dal Decreto Legislativo 10 marzo 2000, n. 74, che regolamenta le fattispecie penalmente rilevanti.
Secondo l’articolo 1 del D.Lgs. 471/1997, la mancata presentazione della dichiarazione dei redditi o dell’IVA nei termini prescritti comporta una sanzione pecuniaria variabile in base alla gravità dell’omissione e alla regolarizzazione tardiva da parte del contribuente.
L’articolo 5 del D.Lgs. 74/2000, invece, punisce penalmente l’omessa dichiarazione quando l’imposta evasa supera determinate soglie di rilevanza penale.
Le sanzioni per omessa dichiarazione variano a seconda della tipologia di dichiarazione non presentata, vediamole nel dettaglio.
Se il contribuente non presenta la dichiarazione, le sanzioni previste sono:
Se la dichiarazione viene presentata con un ritardo superiore ai 90 giorni, si considera comunque omessa, ma la sanzione è ridotta a un terzo se l’errore viene regolarizzato spontaneamente.
Per l’omessa presentazione della dichiarazione IVA, la normativa prevede:
Se l’omissione è finalizzata a nascondere redditi imponibili o a evadere l’IVA per importi rilevanti, l’Agenzia delle Entrate può applicare sanzioni per omessa dichiarazione più severe, oltre a segnalare la violazione all’Autorità Giudiziaria per l’accertamento di eventuali reati tributari.
Nei casi più gravi, l’omessa dichiarazione può configurare un reato tributario ai sensi dell’articolo 5 del D.Lgs. 74/2000. La norma prevede la reclusione da un anno e sei mesi a quattro anni, se l’imposta evasa supera 50.000 Euro per ciascun periodo d’imposta.
Per la configurazione del reato, è necessario che la mancata presentazione sia dolosa, ossia intenzionale, e finalizzata all’evasione fiscale. L’omessa dichiarazione non è infatti punibile penalmente se la violazione è stata commessa per errore senza intento fraudolento, ma anche se l’imposta evasa è inferiore alla soglia di 50.000 Euro o se il contribuente ha provveduto a sanare l’irregolarità prima di un accertamento fiscale.
Inoltre, la Corte di Cassazione ha più volte ribadito che la buona fede del contribuente può essere un elemento da valutare per escludere l’elemento soggettivo del reato.
L’Agenzia delle Entrate può avviare accertamenti fiscali per verificare l’omessa dichiarazione attraverso controlli incrociati su dati bancari e finanziari, confronto tra redditi dichiarati e spese sostenute o segnalazioni da parte di enti previdenziali e altre autorità.
In caso di contestazione, il contribuente ha il diritto di presentare:
Affrontare un’accusa di omessa dichiarazione, sia in ambito amministrativo che penale, richiede una difesa strategica basata sull’analisi dettagliata delle contestazioni e sull’individuazione delle migliori soluzioni per il contribuente.
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